Chiesa di SS.Annunziata del Vastato

Notizie storiche


Secolo:

XVI

Frazione di secolo (inizio, prima metà, seconda metà...):

E' stata edificata nella prima metà del XVI secolo e rinnovata nella seconda metà. Nella prima metà del XVII secolo fu ulteriormente adeguata architettonicamente alle nuove necessità dei frati.

Data (fondazione):

  • 1520 Chiesa di San Francesco;
  • 1537 Chiesa della SS. Anunziata del Vastato

Utilizzazioni


Attività (uso attuale):

Edificio di culto della chiesa cattolica, regolarmente aperto al pubblico.

Uso storico

Edificio di culto

Storia


Nella piazza dell'Annunziata si trova a destra l'imponente chiesa della SS. Annunziata del Vastato, subito al di fuori del nucleo cittadino di formazione medievale. Fu eretta in forme tardogotiche nel 1520 dai frati minori di San Francesco di Castelletto, che vi si erano trasferiti nel 1506 sull'area della piccola chiesa duecentesca di Santa Marta del Prato, edificata nel 1228 dai Frati Umiliati provenienti dalla Lombardia. La scelta del sito, nell'area immediatamente extramuraria, era stata condizionata dalla presenza di due rivi, il Rio di Carbonara e il Rio di Vallechiara, oggi non più visibili perchè incanalati sottoterra già nel Seicento. La comunità religiosa aveva bisogno di questi corsi d'acqua perchè si occupava della lavorazione della lana. Inoltre molti spazi erano divenuti utilizzabili perchè l'area era stata spianata per ragioni di sicurezza, in seguito ai lavori di costruzione delle nuove mura cittadine. Tali mura erano state costruite nel 1155 contro un eventuale attacco di Federico Barbarossa, comportando una vasta opera di demolizione, definita dai documenti dell'epoca "vastinium o guastum, cioè demolizione. Da qui deriva probabilmente il toponimo di Vastato, utilizzato già per Santa Marta e mantenuto per San Francesco. Infatti si chiamavano guasti gli spazi esterni alle mura privi di alberi che potessero fornire riparo ad eventuali attaccanti. Nel 1508 le costruzioni ancora presenti vennero assegnate ai Frati Francescani Conventuali provenienti dalla chiesa di San Francesco di Castelletto, abbandonata a causa di altri lavori alle mura cittadine. I francescani avviarono una nuova costruzione; la prima pietra della chiesa di San Francesco del Guastato venne posta il 20 luglio 1520. La chiesa non venne però completata; anche la facciata non venne realizzata per mancanza di spazio verso piazza dell'Annunziata, che non era proprietà dei frati. Nel 1537 i conventuali tornarono alla chiesa e al convento di San Francesco di Castelletto, di nuovo agibili; la chiesa di San Francesco del Guastato venne quindi destinata ai Frati Francescani Osservanti, costretti a lasciare il convento della SS. Annunziata di Portoria per lavori alle mura. Perciò la nuova sede si chiamò SS. Annunziata del Vastato.

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Struttura dell'edificio ecclesiastico


Esterni

Inizialmente la chiesa aveva l'aspetto scelto dai Frati Minori che la edificarono in forme tardogotiche, come la chiesa madre dell'ordine francescano, cioè la Basilica di san Francesco d'Assisi. Lo schema era quello della vecchia chiesa genovese di San Francesco, cioè a T e a tre navate con colonne a striscie bianche e nere (marmo bianco e pietra di Promontorio). successivamente vennero aggiunte lungo i fianchi le cappelle absidali quadrate.

Quando i Frati Minori lasciarono il posto agli Osservanti, la basilica venne ampliata e radicalmente trasformata in una chiesa ricca e grandiosa (in contrasto con le regole del loro ordine). Il progetto fu finanziato dalle maggiori famiglie nobili genovesi, che si contendevano la dedicazione delle cappelle. Nel 1591 il Giuspatronato della cappella maggiore fu venduto alla ricchissima famiglia dei Lomellini, padrona di Tabarca grazie alla concessione di Andrea Doria (1544): infatti disponeva del floridissimo commercio del corallo. I Lomellini si impegnarono a pagare e dirigere tutti i lavori, in cambio dell'uso della chiesa come cappella di famiglia. Dopo il Concilio di Trento, sotto il loro patrocinio la chiesa falso medievale fu rivestita in chiave barocca, perdendo l'aspetto tardo gotico. Fu la maggiore impresa artistico-architettonico-pittorica del Seicento genovese. Su incarico dei Lomellini, Taddeo Carlone realizzò i primi adeguamenti architettonici, cioè l'allungamento del presbiterio con la costruzione dell'abside e la sostituzione del tiburio con una cupola. Fu finalmente progettata la facciata (la parte frontale della chiesa era murata e vi era un'entrata sul lato destro). A partire dal 1615 il cantiere venne diretto da Domenico Scorticone e Giacomo Porta. I frati avevano acquistato le costruzioni verso piazza dell'Annunziata e fu possibile allungare l'edificio per realizzare la facciata, anche se in forma non definitiva. Nel 1652 furono costruiti due campanili simmetrici sul modello di Santa Maria di Carignano dell'Alessi. La facciata neoclassica è il risultato di un progetto di Carlo Barabino (1820-1830). L'imponente progetto rimase incompiuto per la sua morte, a causa del colera che colpì Genova nel 1835. Giovanni Battista Resasco nel 1841 riprese il porgetto ed eseguì il solo pronao di ordine ionico e la scalinata. La chiesa mantenne questo aspetto fino ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che danneggiarono gravemente la basilica e misero a nudo, in più punti, le antiche strutture architettoniche originali. A destra della Chiesa, da piazza Bandiera e lungo via Bellucci, si può cogliere la monumentalità del complesso dell’Annunziata e dei vari corpi del convento.

Interni

Il magnifico interno, luminoso e cromatico, è il più grandioso e più ricco della città, recuperato dai pesanti danni dell’ultimo conflitto e recentemente restaurato. E’ a croce latina con due ordini di cappelle laterali e costituisce la maggiore testimonianza della cultura tardo manierista genovese, dominato com’è dall’ampiezza delle dimensioni, dalla ricchezza dei marmi intarsiati, dagli stucchi dorati e dagli affreschi che illustrano il mistero dell’Annunciazione. La regia decorativa (1615-1625) è di Domenico Scorticone e Giacomo Porta, mentre le figurazioni delle navate, del transetto e della cupola (1625-1638) sono dovute a Giovanni e G.B. Carlone, Domenico Fiasella, Andrea Ansaldo, Gioacchino Assereto e Giulio Benso, cioè i più importanti protagonisti di una scuola che ha introdotto Genova nelle maggiori vicende dell’arte italiana del Seicento. Il programma iconografico delle opere è l'esaltazione della vita della Vergine, in particolare il dogma dell'Immacolata Concezione. Sopra la porta della navata mediananella controfacciata, si trova l’ Ultima Cena, grande tela di Giulio Cesare Procaccini, ai lati due Profeti di controversa attribuzione; nella volta della navata centrale, scene della Vita di Cristo: Epifania, Ingresso in Gerusalemme e Orazione nell’Orto, di Giovanni Carlone, e Risurrezione di G.B. Carlone.

NAVATA DESTRA,

  • 1^ cappella di San Bernardino: nel soffitto, Miracoli di S. Bernardino, e nella volta esterna I Ss. Simone e Giuda evangelizzano i Persiani, affreschi di G.B. Carlone; alla parete destra una Presepe attribuito al Moncalvo, a quella opposta Agar e l’Angelo di Giovanni Andrea De Ferrari.
  • 2^cappella di San Bonaventura da Bagnoregio: sull’altare, Miracolo di S. Bernardino di G.B. Carlone, alla parete destra Miracolo di S. Bernardino di Aurelio Lomi (attribuito), a quella sinistra altro Miracolo del Santo di G. B. Vicino¸ nella volta esterna S. Matteo catechizza la folla di G. B. Carlone.
  • 3^ cappella di San Giovani Battista: alle pareti laterali S. Tomaso d’Aquino davanti al Crocifisso di Domenico Piola e S. Diego risana un fanciullo cieco di Simone Barabino; in alto, Martirio di S. Sebastiano di G. B. Carlone e S. Gerolamo di Bernardo Strozzi; nella volta esterna, S. Giacomo battezza un pagano di G. B.Carlone. Sull'altare si trova il gruppo scultoreo in legno policromo attribuito al Maragliano Spoliazione di Cristo.
  • 4^ cappella di San Luigi re di Francia: sull’altare, pala di Giovanni Bernardo Carbone, S. Luigi di Francia; sulle pareti, due scene della vita del santo, attribuite a Claudio Francesco Beaumont; sulla volta esterna, S. Andrea che adora la croce, affresco di Domenico Fiasella.
  • 5^ cappella di San Pietro di Alcantara: sull’altare, S.Pietro d’Alcàntara che adora la croce, pala di G. B. Carlone; nella volta esterna affresco di Domenico Fiasella Predicazione di S.Paolo.
  • 6^ cappella della SS. Annunziata: sull’altare, Annunciazione di Domenico Piola; alle pareti laterali, Presentazione, Visitazione e Profeta di Andrea Carlone. Nella volta esterna, S.Pietro risana uno zoppo, affresco di Gioacchino Assereto.

NAVATA SINISTRA,

  • 6^ cappella di San Francesco d'Assisi: S. Francesco d’Assisi che riceve le stimmate, gruppo ligneo del sec. XVIII (1700); più in alto, Madonna, marmo di Taddeo Carlone. Nella volta esterna, Abramo offre il pane e il vino a Melchisedech, affresco di Gioacchino Assereto.
  • 5^ cappella di San Diego: ai lati dell’altare , Speranza e Carità, statue marmoree di Giacomo Antonio Ponsonelli. Nella volta esterna Rebecca al pozzo, affresco di Domenico Fiasella.
  • 4^ cappella dell'Immacolata Concezione: sull’altare, Immacolata di Domenico Piola.
  • 3^ cappella Cappella di Nostra Signora della Mercede: Crocifisso di Luca Cambiaso alla parete destra; a sinistra, S.Francesco battezza i Mori di G.B. Carlone.
  • 2^ cappella di Santa Chiara d'Assisi: sull’altare: Transito di Santa Chiara di G.B. Paggi.
  • 1^ cappella di San Clemente: sull’altare e a una parete laterale, Martirio di S. Clemente di G.B. Carlone; sopra, S. Lorenzo e S. Stefano, tele di Gregorio De Ferrari.

Nel transetto destro si trova un grandioso altare barocco; nella nicchia con 4 colonne tortili S. Antonio da Padova adorante il Bambino e angeli, splendido gruppo ligneo policromo su progetto di Pierre Puget; nella volta, Pentecoste e nella lunetta Incredulità di S. Tommaso di Giovanni Carlone.

Nella cappella a destra della maggiore, sull’altare, statua marmorea della Madonna di Leonardo Mirano (1618).

Nel Presbiterio, sull’altar maggiore, Crocifisso di Giacomo Antonio Ponsonelli, nel soffitto Annunciazione e Assunzione affreschi di Giulio Benso; sulle pareti laterali, Presentazione di Gesù al tempio di Benso e Disputa coi dottori di G.B. Carlone su disegno del Benso.

Nella cappella a sinistra della maggiore, sull’altare centrale Madonna con Bambino, marmo di Leonardo Ferrandina; a destra, Presepe (tela) e sotto Madonna e Santi, altorilievo marmoreo di Santo Varni. Sull’altare a sinistra, Le Marie e Giovanni ai piedi della Croce di Francesco Scotto; alla sua destra, S. Pietro rinnega Cristo e Giuseppe spiega i sogni di Bernardo Strozzi.

Nel transetto sinistro, nella nicchia sopra l’altare S.Pasquale adorante il Santissimo, gruppo ligneo policromo del Maragliano.

CUPOLA: Andrea Ansaldo, Glorificazione di Maria tra Angeli e Santi.

Bibliografia


Liguria "Guide del Touring Club italiano"; Chiesa della SS. Annunziata del Vastato, Guide di Genova, SAGEP EDITRICE; Lauro Magnani, La Concezione Immacolata a Genova come forma dello spazio barocco tra pittura e scultura, 2008.

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022